domenica 13 febbraio 2011

DROGA E BANCA VATICANA


NEL 1981-82, HO LAVORATO DENTRO IL VARCO DOGANALE 
DELL'AEROPORTO DI MILANO COME SE FOSSI 
INCENSURATO.

Non c'e' piu' niente di piu' bianco, pulito, semplice e redditizio 
della droga.

Con pochi chili si fanno milioni senza rischi. La mia " famiglia " 
come le altre " famiglie " del palermitano, all'inizio degli anni 
ottanta, grazie all'eroina, guadagnava miliardi.
Acquistava  morfina grezza dai Turchi, la raffinava in Sicilia e 
dopo averla  trasformata la vendeva.


Il ricavato dei soldi 
veniva dato nelle mani del notaio Albano che li versava 
tramite il suo fraterno amico il vescovo Marcinkus alla 
Banca Vaticana per poi  investirli sia in Italia che in Sud 
America ( nei Caraibi ). 


Nel 1981-82 , io Vincenzo Calcara, sono stato assunto a 
lavorare dentro la dogana ai voli internazionali all'aeroporto 
di Linate-MILANO. In quel periodo ero stato condannato 
dalla corte di appello di Palermo a 15 anni di carcere ed ero 
sorvegliato speciale e quindi non dovevo muovermi dal 
Comune di Castelvetrano. Ma a " Cosa Nostra " e ai "Servizi 
Segreti deviati" niente e' impossibile! Mi fecero assumere 
come se fossi un'incensurato. Ricordo che ero munito di 
tesserino che avevo attaccato sul petto e giravo in tutto 
l'aeroporto senza essere controllato ne' dai Carabinieri, ne' 
dai Finanzieri. Facevo tutto quello che volevo. 
Andavo perfino nella pista dove atterravano gli aerei. 
Grazie a questo tesserino, sono riuscito a far entrare 
(tramite due Turchi ) quintali e quintali di morfina base. 
Questa morfina base, veniva accumulata dentro la villa del 
fraterno amico di Vaccarino: Lucchese Michele e poi caricata  
su  un camion che si imbarcava dal porto di Genova con 
destinazione Palermo. 
Dentro la dogana ero libero di muovermi meglio di un onesto 
cittadino. 


Vincenzo Calcara. 

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